L’occasione è stato il convegno ‘Diritti e bisogni delle vittime di reato’, promosso dalla Fondazione Polis, nella biblioteca dedicata a Forcella ad Annalisa Durante, vittima innocente della camorra, per discutere con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi della necessità di superare la distinzione tra le vittime innocenti della camorra e di reati comuni.
È una battaglia di civiltà che ormai vede da anni schierati proprio i familiari delle vittime innocenti che chiedono di adeguare la legislazione e creare un meccanismo che equipari le vittime. Il numero uno del Viminale ha ascoltato e promesso di istituire al ministero un tavolo di confronto su questo tema.
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Poi Piantadosi che è un ministro di area ma tecnico ha parlato con Giovanni Durante, il papà di Annalisa che il 27 marzo di 20 anni fa trovò la morte mentre si affrontavano dei camorristi in via Vicaria Vecchia.
I ministro dell’Interno ha sottolineato e ripreso l’allarme lanciato dal prefetto di Napoli Michele di Bari della troppa presenza di armi e poi la piaga della criminalità giovanile. È una questione di sicurezza e repressione ma soprattutto di prevenzione e interventi socio-educativi.
“Come sanno anche i sindaci noi stiamo facendo già tantissimo cercando di riportare la polizia nei luoghi dove c’è più bisogno e lo stiamo facendo anche a Napoli, non bisogna trascurare però gli aspetti di carattere culturale e sociale e dobbiamo fare sinergia con i livelli territoriali”.