LA SOMMA di 23 accuse ha un risultato: Nicola Cosentino, deputato Pdl, già sottosegretario all’Economia con delega al Cipe nel governo Berlusconi ed ex coordinatore del Pdl in Campania è stato rinviato a giudizio. La decisione è stata presa, oggi, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice per l’udienza preliminare Eduardo De Gregorio, che ha anche fissato la data della prima udienza: il prossimo 23 gennaio.
In quella data Cosentino comparirà in veste di imputato davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale Collegio A. Ma torniamo all’inchiesta. Gli elementi di prova raccolti del corso di questi mesi dai pm Antonello Ardituro e ed Henry John Woodcock hanno permesso al Gup di ritenere fondata la loro richiesta di rinvio a giudizio.
Dalle carte emergerebbe, infatti, l’intero contesto collusivo in cui sarebbe maturato l’operazione “il Principe”, cioè la costruzione del centro commerciale (poi non realizzato) a Casal di Principe a opera della Vian srl con capitali, sostiene la Dda, della camorra e con lo sponsor politico di Nicola Cosentino.
L’ex sottosegretario avrebbe partecipato all’affare intervenendo sui vertici romani di Unicredit, per sbloccare un finanziamento schermo da 5 milioni di euro. Soldi necessari per acquistare i terreni dove edificare il complesso commerciale.
A mettere nei guai l’ex coordinatore del Pdl campano sono anche stati alcuni assegni, il cui cambio si è tramutato in un’ipotesi reato: concorso esterno in associazione mafiosa, allo scopo di favorire gli uomini della cosca dei Casalesi. Alla luce di questo nuovo rinvio a giudizio (l’ex sottosegretario è già sotto processo a Santa Maria Capua Vetere per concorso esterno ad associazione di stampo mafioso, per aver agevolato ditte vicine al clan dei casalesi nello smaltimento rifiuti) per il Pdl e il segretario Alfano si pone ancora con più forza l’opportunità di ricandidare, per la quinta volta, Nicola Cosentino al Parlamento.
Un politico sul quale pendono due richieste di arresto (entrambe respinte da Montecitorio) e il pronunciamento dei giudici della Suprema Corte che hanno bollato Cosentino come persona “Socialmente pericolosa”.
Da ricordare, infine, la più volte censurata iniziativa giudiziaria assunta da Giovanni Cosentino all’indomani della pubblicazione del volume “Il Casalese – Ascesa e tramonto di un politico di Terra di Lavoro”. A cominciare dalla richiesta di sequestro e distruzione delle copie in commercio con allegata una nota spese di oltre 1,2 milioni di euro per danni. Iniziative che non sono evidentemente bastate per fermare l’editore del “Casalese”, che ha recentemente portato in libreria anche un videolibro che porta lo stesso titolo della più famosa inchiesta giornalistica. Inchiesta che, va ricordato, ha permesso ai nove giornalisti che hanno firmato il libro di aggiudicarsi il premio “Paolo Giuntella” per la libertà d’ informazione