Il giornalista Angelo Agrippa salva un uomo in procinto di suicidarsi. “C’è chi ha fatto finta di non vedere quel dramma”

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Il giornalista Angelo Agrippa del quotidiano Corriere del Mezzogiorno salva un uomo dal suicidio. È lo stesso cronista che racconta in un post pubblicato sulla sua pagina di Fb la vicenda.

“L’altra notte, mentre rientravo a casa con mia moglie, ho notato ad un incrocio un’auto che lentamente attraversava la strada. Quasi a passo d’uomo. Poi dal finestrino del passeggero ho scorto improvvisamente che spuntava un tubo di gomma”.

“L’ho seguito con lo sguardo e ho riscontrato ciò che temevo: che era collegato allo scarico della macchina. Ho fermato la mia auto e mi sono avvicinato a piedi velocemente, strappando il tubo dallo scarico. Poi ho chiamato il 113, ho eseguito le indicazioni che mi venivano fornite dalla centrale operativa ed atteso che arrivassero (in cinque minuti) l’ambulanza ed una pattuglia di carabinieri”.

E sottolina Agrippa: “L’uomo a bordo, vivo ma poco reattivo, è stato soccorso e intubato per poi essere trasferito nel più vicino ospedale”.

Poi una riflessione del giornalista:“Scrivo questo per condividere una riflessione più che il racconto di un avvenimento che fortunatamente si è concluso bene: almeno per il momento. Ma quante volte sfuggiamo a noi stessi e alla nostra coscienza?”

“Quante volte accade di convincerci che forse abbiamo preso una svista e non c’è alcuna necessità di fermarsi a verificare se c’è bisogno di aiuto?”.

“L’altra notte alcuni automobilisti hanno fatto finta di non vedere, pur passandomi accanto e scrutando dal loro finestrino l’auto ferma e avvolta dal tubo di gomma. Ma evidentemente la risposta che hanno trovato alla loro curiosità è stata sufficiente a distrarli e a ritenere che sarebbe stato meglio proseguire”.

“Un paio di persone, invece, hanno condiviso con me l’agitazione di quei momenti, si sono prodigate a segnalare da lontano all’ambulanza in arrivo il luogo preciso dove prestare soccorso”.

“Ecco, ringrazio costoro per aver dato ascolto alla loro coscienza non anestetizzata, confermando che dall’abisso della indifferenza – nel quale goffamente precipitiamo tutti i giorni sulla spinta di una tentazione: che la vita virtuale sia più desiderabile e gratificante di quella vera – emerge in superficie ancora qualche traccia viva di empatia che ci scaraventa con violenza sul pavimento della dolorosa realtà. La realtà reale (siamo al punto di doverlo specificare per distinguerla da quella virtuale, che non significa virtuosa): l’unica a restituirci la vera misura delle cose nei momenti meno prevedibili” – conclude Angelo Agrippa.

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