È accito di aver sparato e ucciso Antonio Morione, il pescivendolo, titolare della pescheria ‘Il delfino’ la sera del 23 dicembre di due anni

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Non hanno dubbi gli inquirenti: Giuseppe Vangone avrebbe sparato e ucciso Antonio Morione, il pescivendolo, titolare della pescheria ‘Il delfino’ la sera del 23 dicembre di due anni a Boscoreale perchè quest’ultimo si ribellò e reagì al tentativo di rapina.

Un affronto in pratica che scatenò la reazione di Vangone, componente della banda che, qualche minuto prima sempre il 23 dicembre 2021, rapinò un’altra pescheria, gestita dal fratello della vittima.

Secondo gli investigatori Vagone – insieme a tre complici – avrebbe partecipato prima alla rapina alla pescheria ‘La rosa dei venti’ e poi alla tentata rapina a ‘Il delfino’.

La reazione di Antonio Morione di opporsi al raid, di difendere la sua attività, di tragsedire una legge non scritta avrebbe indotto una reazione con Vagone che estrae la pistola ed esplode quattro colpi, uno dei quali raggiunse la vittima alla nuca.

“Il fermo di indiziato di delitto – spiega il procuratore capo della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – costituisce un importante risultato, frutto di incessanti attività di indagine condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura che, il 6 luglio scorso, avevano consentito di ottenere e successivamente eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti (tuttora ristretti presso le case circondariali di Napoli Secondigliano e Lecce) ritenuti responsabili, in concorso tra loro, con Vangone e con una quarta persona, dell’omicidio di Antonio Morione e delle rapine alla pescheria di quest’ultimo e del fratello”.

Dalla Procura ricordano come “il gip aveva invece rigettato la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Vangone e di un quarto complice”, provvedimento contro il quale il 24 gennaio si discuterà in Cassazione dopo il pronunciamento in Appello.

“Nonostante la prossimità della pronuncia della Corte di Cassazione – spiega ancora Fragliasso – questa Procura si è determinata per l’adozione del decreto di fermo nei confronti di Vangone, essendo stati raccolti, grazie alle indagini dei carabinieri, ulteriori indizi di colpevolezza a suo carico e concreti elementi che hanno indotto a ritenere fondato ed attuale il pericolo di fuga”.

Nel corso della perquisizione domiciliare, in casa del fermato sono stati trovati e sequestrati una pistola revolver, calibro 38 special, marca ‘Smith & Wesson’ con matricola abrasa e cinque cartucce già caricate nel tamburo; un fucile sovrapposto a canne mozze, calibro 12, privo di matricola e in pessimo stato di conservazione 17 cartucce-munizionamento da guerra; diverse dosi di droga tra hashish (5,5 grammi circa), marijuana (110 grammi) e cocaina (4,5 grammi circa). Alla luce del rinvenimento delle armi Vangone è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione illegale di armi comuni da sparo clandestine e di sostanze stupefacenti.

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